Cina

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Shanghai - Pudong e il fiume Huangpu

mercoledì 28 novembre 2012

21-22 novembre - da Rio Gallegos a Ushuaia (canale Beagle)


RUTA 40   Argentina

21  Novembre - da Rio Gallegos a Ushuaia
in attesa del bus


Ci rechiamo alla stazione dei bus e alle 9,30 come da orario prendiamo posto nel nostro collettivo (bus di servizio pubblico). Vi sono alcuni locali ma la maggioranza sono turisti, molti costretti ad effettuare questo lungo tratto via terra a causa dello sciopero, altri per scelta. Certamente un viaggio in bus permette di avere un maggior contatto con le persone, di scambiare impressioni e notizie, di conoscere un pò più a fondo questo paese.
Imbocchiamo la ruta 3, in asfalto, e ci dirigiamo verso il confine Cileno. Raggiungiamo la frontiera di Monte Aymond e per la seconda volta nel nostro viaggio affrontiamo i ritmi molto lenti dei funzionari della dogana. Inoltre sembra che una coppia di turisti russi, uno dei quali un marinaio che sfoggia con orgoglio il suo berretto bianco, abbia qualche problema e ciò prolunga l'attesa. Finalmente riusciamo a partire e ben presto raggiungiamo la Angostura, il piccolo braccio di mare che ci separa da Puerto Espora, sull'altra riva dello stretto di Magellano. In realtà non c'è nessun porto e nessuna banchina ma uno scivolo che permette l'imbarco dei mezzi (da ambo le parti dello stretto). Per fortuna le condizioni meteo permettono di effettuare le operazioni senza problemi.
imbarco

Scendiamo dal bus e raggiungiamo quello che dovrebbe essere la sala passeggeri, in realtà è un luogo molto spartano e stretto con alcune panche addossate alla parete e da una parte un angolo bar ove è possibile prendere qualcosa di caldo. Fuori il vento ci sferza il viso e vi restiamo giusto il tempo per scattare qualche foto quindi ridiscendiamo giù e prendiamo posto in quel che ora è diventato un confortevole bus.
lo stretto di Magellano

Attraversiamo lo stretto in poche decine di minuti quindi riprendiamo il viaggio verso la frontiera di San Sebastian. 
Dopo alcuni km si prende il ripio che ormai conosciamo molto bene. Il bus non accenna a diminuire di velocità, sembra di essere alla Parigi-Dakar. Guardo dietro e non riesco a scorgere nulla a causa del gran nuvolone sollevato dal nostro mezzo. Sarà perché sono tra gli ultimi posti ma mi sembra di essere su un ottovolante.
All'improvviso il bus rallenta vistosamente fino a fermarsi, quindi, con decisione, procede a marcia indietro per circa 100 metri fino ad arrivare all'incrocio appena superato. Leggiamo i cartelli. Da una parte c'è l'indicazione per Porvenir e dall'altra per San Sebastian a circa 42 km. Controllo sulla mappa e mi viene il sospetto, visto anche questo episodio che non si sia percorsa la strada più diretta ( la ruta 257) ma un'altra, vogliamo pensare che non fosse possibile, sarebbe buffo leggere sui giornali di un bus di turisti disperso nella Tierra del Fuego.
Raggiungiamo la frontiera Cilena e quindi quella Argentina, e con i soliti estenuanti tempi di attesa riusciamo a entrare in Argentina. Ora ci aspettano circa 290 km di strada asfaltata. Non si può più sbagliare, è l'unica che porta a Ushuaia, passando per Rio Grande. 
il lago Fagnano dal passo Garibaldi



Eccoci giunti al passo Garibaldi (da non confondere con l'eroe dei due mondi), fa freddo, tira molto vento e nevischia. Ormai siamo vicini a Ushuaia. Questo lungo viaggio in bus volge al termine. Giungiamo in città e mi sorprende la sua vastità, non so perchè ma l'immaginavo molto più piccola invece dopo aver attraversato attraversato una vasta zona commerciale e di servizi, giungiamo alla stazione dei bus vicino all'imbarcadero, sullo sfondo un porto di  ragguardevole dimensioni e numerosi alberghi. Recuperate le nostre valige ci mettiamo alla ricerca di un taxi (ne occorrono 4) senza successo. Ci dicono che il nostro albergo si trova sulla strada parallela a non più di 3 isolati. Decidiamo di andare a piedi, non abbiamo voglia di aspettare oltre, l'unico nostro desiderio è di fare una doccia al più presto per levarci di dosso tutta la polvere di una giornata di viaggio in bus. Pessima decisione, chi ci ha fornito l'informazione non ha il senso delle distanze e ci trasciniamo le nostre valige per tutto il centro cittadino. Chissà cosa avranno pensato gli abitanti di Ushuaia vedendo 8 matti che in fila indiana procedono, carichi come muli, verso una meta che non si vede.



22  Novembre - Ushuaia e canale di Beagle

Abbiamo prenotato per tempo una escursione sul canale Beagle, l'unica che possiamo fare visto che la nostra permanenza in Ushuaia è stata drasticamente ridotta dagli avvenimenti. Andremo alla pinguinera e lungo la navigazione avremo modo anche di osservare i leoni marini e i cormorani. La giornata non è delle migliori ma non possiamo lamentarci. Il nostro viaggio è stato caratterizzato da condizioni climatiche estremamente favorevoli che ci hanno permesso di apprezzare le bellezze Argentine in tutto il loro splendore.
cartografia tratta da Vikipedia
Ushuaia








canale di Beagle



























navigazione nel canale di Beagle






Ci avviciniamo a quello che è poco più di uno scoglio, l'isla de los lobos, e qui abbiamo il primo contatto con i leoni marini che prendono  pacificamente il sole insieme ad una colonia di cormorani che all'inizio avevamo confuso con i pinguini. Continuiamo la navigazione avventurandoci sul ponte spazzato dal vento gelido. Per fortuna ora  il sole splende  e la giornata si illumina. Raggiungiamo il faro Les Eclaireus, sulla nostra destra, sulla sponda Cilena del canale, appare Puerto Williams, un piccolo agglomerato che è la base per i velisti che si accingono a doppiare Cabo de Horns; questo piccolo paese ( poco più di 2000 ab.) contende, inutilmente, a Ushuaia il titolo di città più australe. Più oltre, alla nostra sinistra, si intravedono alcune costruzioni. E' la estancia Harberton, la prima della terra del fuoco, fondata nel 1886 dal missionario Thomas Bridges.
Puerto Williams


la pinguinera



Ammiriamo i pinguini dal ponte della nave. Nonostante non possiamo scendere, per non disturbare questi simpatici animaletti, riproviamo le emozioni che ci hanno preso a Cabo Virgen e scattiamo le nostre foto aiutandoci con i teleobiettivi.
Al ritorno in porto facciamo una piccola sosta in un locale tipico per mettere qualcosa sotto i denti.
Subito dopo ci avviamo verso la cabinovia del Cerro Martial.

Purtroppo arrivati alla cabinovia abbiamo la sgradita sorpresa di trovarla chiusa. Ci consola il fatto che avremmo visto ben poco poichè la nebbia che avvolge il cerro è densa e vasta.
Ci consoliamo la sera andando a cena al Kaupè, un piccolo ristorante, di grande charme, che domina la città. Il luogo è accogliente e la cena è stupenda, con la sua centolla, i mariscos e la splendida selezione di vini argentini che abbiamo imparato ad apprezzare.
Qui terminiamo, degnamente, la nostra avventura, domani prenderemo l'aereo per Buenos Aires e Iguazù, ma questo è un altro viaggio!

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